N. 1 (2008): Il ponte nello spazio e nel tempo a superamento delle barriere urbanistiche
Il primo numero di “TRIA” affronta il problema della “comunicazione” e significativamente pone al centro della sua trattazione il PONTE nella pluralità delle sue accezioni materiali, metaforiche e simboliche.
Il PONTE è prospettato come l’anello vitalizzante la catena che collega l’essere al divenire, elemento di ricucitura delle discontinuità, delle separatezze, delle differenze sociali, spaziali e temporali.
“Il PONTE – infrastruttura” garantisce la continuità spaziale, materializzandosi come espressione di sapere scientifico sino a divenire “opera d’arte” nella manualistica costruttiva, anche indipendentemente dalla elevata qualità progettuale che manifesta.
Esso determina la naturale convergenza di due discipline quali l’architettura e l’ingegneria unificando, in termini progettuali, i parametri estetici e quelli strutturali, ma coinvolge anche le discipline della terra quali la geografia e la geologia che ne garantiscono ambientamento e fattibilità; il tutto a valle di una decisione politica che lo commissiona e di una pianificazione urbanistica che gli attribuisce localizzazione, funzione e carattere fruitivo.