Pratiche di progettazione multiscalare nella città contemporanea
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/7599Abstract
Lo spazio contemporaneo ha bisogno di gestire le complesse trasformazioni che lo contraddistinguono: la rigenerazione diviene prioritaria e si lega ad approcci progettuali multi-scalari, ovvero pratiche che coinvolgono azioni top-down, promosse da enti governativi e dalle amministrazioni, e interventi bottom-up che si fondano su processi partecipativi. In particolare, queste ultime si riferiscono ad operazioni di micro-pianificazione anche spontanee: la loro finalità è innescare processi virtuosi di rigenerazione che diffondano l’effetto benefico da piccoli spazi degradati o abbandonati all’intero sistema urbano.
La ricerca contemporanea ha rintracciato alcuni principi metodologici che accomunano le pratiche bottom-up, tra cui la determinazione di punti nevralgici, l’identificazione di plausibili scenari futuri, la pianificazione partecipata, la rapidità di intervento, processi educativi della popolazione e dei tecnici, la piccola scala di intervento e il concetto del creating places. Dare nuovo significato a spazi urbani è possibile intervenendo tempestivamente e in collaborazione con gli utenti, limitando i costi e trasformando aree prive di valori in veri propri luoghi.
La percezione dello spazio pubblico ha sicuramente un grande valore per i processi progettuali e partecipativi, in quanto permette di costruire una forte identità urbana. Risulta quindi logico chiedersi quali siano gli elementi che garantiscono una accettabile qualità urbana.
In questo senso, i nuovi mezzi di comunicazione influenzano profondamente la percezione e l’interpretazione dello spazio urbano: le reti digitali si integrano con il sapere dei tecnici e con la capacità di lettura spaziale degli utenti. Il gran numero di informazioni collega solidamente la città e i cittadini: la ricombinazione di questi dati può offrire nuove possibilità di pianificazione e gestione dell’organismo urbano.
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