Dalla smart land alla green society. La rigenerazione urbana come driver per la riattivazione umana delle comunità e per la rinascita socio-economica delle periferie
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/6255Abstract
Il nostro Paese, nonostante sia attualmente attraversato, da Nord a Sud, da un uragano demografico ed antropologico alimentato sia dall’invecchiamento della popolazione sia dallo spopolamento di molti territori fragili e marginali sia da nuove ondate di emigrazioni giovanili, continua a registrare preoccupanti incrementi di consumo di suolo (Ispra-Snpa, 2018). Eppure, come documentano diverse rilevazioni, i beni immobiliari che potrebbero essere riqualificati o rifunzionalizzati, pur temporaneamente, sono centinaia di migliaia. In città sempre più carenti di spazi pubblici e dilaniate dalla piaga delle disuguaglianze, la rigenerazione urbana di questo prezioso patrimonio potrebbe innescare, attraverso processi bottom-up inclusivi ed innovativi, un cambiamento socialmente desiderabile. La rigidità normativa, sempre più spesso, viene superata dalla dinamicità operativa di cittadini che, da spettatori passivi della rappresentazione politica, declinando il principio dell’etica della corresponsabilità, puntano a diventare operatori attivi nella ricostruzione democratica dei loro quartieri. I due casi di studio presentati, che hanno in comune il protagonismo giovanile e la voglia di riscatto di “città di mezzo” storicamente trascurate e culturalmente degradate, rivelano come la rigenerazione urbana, innervata di innovazione sociale e quando agita secondo visioni strategiche ed integrate, possa produrre diffusi benefici ambientali, culturali ed economici.
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