La riprogrammazione della città e il territorio dalla scala piccola e informale: i padiglioni di Alexander Brodsky
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/6635Abstract
Alexander Brodsky è un architetto moscovita che ha sviluppato la sua attività nelle frontiere tra la sua disciplina e l´arte. Dopo aver sviluppato un considerabile percorso assieme al suo collega Ilya Utkin, lungo il quale entrambi hanno realizzato alcuni tra le più rilevanti opere del cosiddetto Paper Architecture, lui ha cominciato un viaggio indipendente.
Nell´ambito del suo lavoro complessivo si studieranno sei interventi che, nel condividere alcune risorse, rispondono a differenti dinamiche di trasformazione urbana e territoriale. Le opere selezionate si inquadrano tra il 2001 e il 2017 e i loro titoli sono i seguenti: 95th Restaurant, Ice Pavilion, “Cloud Café”, Pavilion for Vodka Ceremonies, Rotunda and “101st km: Further and Everywhere” Pavilion. Tutte, tranne l´ultima menzionata, costruita a Londra, sono in Russia.
Tutti questi interventi presentano una precarietà costruttiva e una temporalità programmata che definisce un destino efimero. Questi padiglioni ci rimandano verso diversi impianti informali situati nella vicinanza di Mosca e sono normalmente autocostruiti dagli utenti stessi. Anche se formalmente presentano delle similitudini da un punto di vista funzionale, si individuano differenze sostanziali: uno dei gruppi tenta di soddisfare le necessità basiche dei cittadini che usufruiscono certi territori, quasi selvaggi, e l´altro materializza e riempie esperienze dalla natura trascendentale e iconica. Tutti loro sono stati capaci de riprogrammare alcuni contesti in un modo rilevante durante periodi limitati nel tempo.
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