Coste: rifacimenti
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/5811Parole chiave:
bagnarsi, insediarsi, ri-naturalizzare, scenari, ecologieAbstract
Lo scenario balneare è cambiato nella sua storia plurisecolare almeno quattro volte: l’individualità delle cabine trainate in acqua, le piattaforme galleggianti, i moli attrezzati ed infine l’urbanizzazione della spiaggia. Con modi sempre più invadenti, dalla ricerca di un rapporto con il paesaggio naturale (fig.1) si è passati al suo annullamento ed alla sua sostituzione con il paesaggio artificiale della città. Non è da escludere a breve l’impostazione di un quinto scenario, riconciliatore, una mediazione tra le parti, tra paesaggio naturale e artificiale, tra le popolazioni stanziali ed occasionali, tra residenti e turisti. Cos’è rimasto oggi di tali evoluzioni storiche di scenari? Quali tracce possiamo ancora riconoscere riconducibili a modi differenti di vivere la balneazione del passato? La libertà solitaria dei primi bagni “cabinati” la possiamo associare a quella di piantare un ombrellone in una spiaggia libera. Le piattaforme galleggianti ormeggiate nei porti sono rieditate dalle piscine sui lungomari. Dei moli attrezzati sopravvivono alcune eccezioni diventate monumentali o sostituiti da spartane dighe foranee. Gli iniziali intenti terapici si sono ben presto trasformati in mondanità; si è dapprima enfatizzata la salutare vita all’aria aperta e subito dopo ci si è fatti conquistare dalle sregolatezze dei balli e delle feste. Ora sembrano farsi strada le occasioni di incontro e di cultura.Downloads
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