Il diritto delle donne alla città.Un approccio femminista agli spazi urbani
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/3967Parole chiave:
Diritto alla città, pianificazione urbana, approccio femministaAbstract
La città del secolo XXI è frutto della crescita urbana illimitata del secolo XX ed è “figlia” della logica capitalista e del fenomeno della globalizzazione sviluppatesi con forza negli ultimi decenni. Tra gli effetti sociali e ambientali derivati da tutto ciò, nel seguente articolo ci dedicheremo specialmente alle conseguenze che ha avuto sulle donne questo modello di città egemonica.Dalla proposta illuminista e moderna e dalla costruzione del soggetto maschile come soggetto universale, sia lo spazio pubblico che quello di convivenza dei cittadini sono stati progettati e organizzati per soddisfare gli interessi economici e politici degli uomini, lasciando al margine le necessità delle persone che non corrispondevano al modello imposto socialmente. La costruzione delle città basata sulla logica del capitalismo accumulatore e patriarcale, ha ridotto il ruolo delle donne a quello di “abitante dello spazio domestico” e responsabile del lavoro di cura, perdendo così l’attributo di cittadine.
Per queste ragioni, proponiamo una revisione femminista degli spazi urbani. In primo luogo perchè consideriamo che è essenziale rompere con le dualità e con le gerarchie tra “maschile” e “femminile”. In secondo luogo, perché crediamo che la integrazione della dimensione di genere nella pianificazione urbana può aiutare a formulare politiche che possono riorganizzare gli spazi e il tempo di lavoro e di vita e che puntano al benessere di tutti, cittadini e cittadine.
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Pubblicato
2016-10-10
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Sezione
Articoli
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