Complessità, agency ed emergenza del significato nei sistemi viventi. Un approccio teleologico
DOI:
https://doi.org/10.6093/2284-0184/3760Parole chiave:
Filosofia della biologia, vita, cognizione, intenzionalità, precondizioni dell'eticaAbstract
Mantenendo come orizzonte di riferimento la teoria dell’agency di S.A. Kauffman e la neurobiologia del significato di W.J. Freeman, l’articolo, mediante il ricorso ad uno specifico approccio epistemologico legato alla teoria della complessità biologica, prende in esame la possibilità di interpretare la vita e la cognizione come fenomeni emergenti alla stregua di livelli gerarchici di auto-organizzazione in costante coevoluzione. In quest’ottica, i recentissimi risultati relativi a tale inedita frontiera, strettamente connessa con l’emergenza di una vera e propria rivoluzione concettuale a livello dell’analisi di quel particolare entaglement di significato, auto-organizzazione biologica, intenzionalità e teleologia, mostrano la necessità di elaborare un nuovo approccio naturalistico non riduzionista al problema relativo alle precondizioni della capacità morale in grado di tener conto, mantenendo ben distinti i piani di riferimento, non solo del dispiegarsi proprio delle forme naturali della cognizione umana, ma anche della genesi delle strutture intenzionali (non riferite alla coscienza) in agenti autonomi non umani, intesi come attori costruttori capaci di creare sempre nuovi significati attraverso la realizzazione di azioni imprevedibili (know-how). Ci si riferisce qui, in accordo con Kauffman, all'idea secondo cui rudimenti di semantica, di intenzionalità, di valore e di etica nascano con gli agenti autonomi e quindi siano intrinsecamente correlati alla nozione stessa di vita.
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