Tra storiografia e retorica: prospettive nel basso medioevo italiano
DOI:
https://doi.org/10.6092/1593-2214/5467Parole chiave:
Medioevo, Cronache cittadine, Storiografia umanistica, Retorica, Boncompagno da Signa, Albertino Mussato, Lorenzo Valla, Bartolomeo FacioAbstract
Questa sezione monografica raccoglie in veste ampiamente rielaborata le relazioni presentate al seminario Il mestiere di scrivere la storia: nascita ed evoluzione della professione storiografica tra XIII e XV secolo, che si è tenuto a Potenza nell’aprile del 2016. Nei saggi che seguono si ripercorre un ampio arco cronologico concentrandosi su tre momenti in cui è avvenuto un incontro tra alta formazione culturale degli autori e composizione di opere storiografiche. Il percorso inizia ai primi del XIII secolo con l’analisi della cronaca di Boncompagno da Signa, magister di ars dictaminis il quale scrisse quando i cronisti laici coevi avevano di norma una formazione professionale che prevedeva lo studio della retorica. Nella seconda tappa l’attenzione si concentra sugli scritti di Albertino Mussato, incoronato poeta e storico nello Studio padovano, il quale provò a utilizzare in ambito storiografico la rinnovata conoscenza della letteratura latina raggiunta alle soglie del Trecento. Il punto d’arrivo è costituito dall’analisi della storiografia prodotta alla corte napoletana di Alfonso il Magnanimo negli anni Quaranta del Quattrocento, quando Lorenzo Valla e Bartolomeo Facio, oltre a comporre opere storiografiche, si scontrarono in una dura polemica che aveva per oggetto il corretto modo di scrivere di storia.
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