Tra ferita e cicatrice; dal vuoto alla rappresentabilità del negativo

Autori

  • Mario De Vincenzo Université Paris 7 Denis Diderot, école doctorale "Recherches en psychanalyse et psychopathologie"

DOI:

https://doi.org/10.6092/1827-9198/3904

Parole chiave:

auto-distruttività, trauma negativo, funzione-specchio, figurabilità, irrappresentabile.

Abstract

Scopo di questo lavoro è approfondire  il senso delle condotte autolesionistiche, intese come modalità per creare una sorta di traccia dei trauma negativi e più specificamente dell’azione del disinvestimento materno e delle forme di non-mirroring nella relazione primaria. Tale esplorazione clinica degli stati non rappresentati della mente si avvarrà di un esempio clinico che ci permetterà di evidenziare le difficoltà tecniche e la necessità del clinico di ricorrere ad un lavoro di figurabilità psichica “in doppio” per ritessere le lacerazioni del tessuto rappresentativo del paziente.

 

Downloads

I dati di download non sono ancora disponibili.

Biografia autore

Mario De Vincenzo, Université Paris 7 Denis Diderot, école doctorale "Recherches en psychanalyse et psychopathologie"

Dottorando presso il Centre de Recherches, psychanalyse, médicine et société.Université Paris 7

Psicologo clinico presso il Centre Psycho médical et social "Élan retrouvé". Paris

##submission.downloads##

Pubblicato

2016-08-19

Come citare

De Vincenzo, M. (2016). Tra ferita e cicatrice; dal vuoto alla rappresentabilità del negativo. La Camera Blu. Rivista Di Studi Di Genere, (14). https://doi.org/10.6092/1827-9198/3904

Fascicolo

Sezione

Materiali