Fattori protettivi e di rischio del processo di auto-oggettivazione: una ricerca cross-culturale
DOI:
https://doi.org/10.6092/1827-9198/6661Parole chiave:
auto-oggettivazione, Body Shame, Body Surveillance, differenze culturaliAbstract
L’auto-oggettivazione si verifica quando gli individui si considerano come oggetti da guardare e valutare in base all’apparenza. Le conseguenze psicologiche di tale processo sono state dimostrate da un’ampia letteratura, ma i suoi antecedenti restano poco esplorati.
Lo studio indaga i potenziali correlati dell’auto-oggettivazione in una prospettiva cross culturale. 2566 adulti (54% F; età media=33.78; DS=9.15), Italiani (14.2%), Romeni (19%), Polacchi (31.3%), Inglesi (14.3%) e Iraniani (21.1%), hanno compilato un questionario che rilevava:
l’auto-oggettivazione (Body Shame e Body Surveillance);
l’interiorizzazione degli standard di bellezza dei media;
l’autostima;
l’influenza degli altri significativi;
le caratteristiche socio-anagrafiche e il BMI.
I dati sono stati analizzati separatamente per i 5 paesi attraverso modelli di regressione.
Dai risultati è emerso che Body Shame e Body Surveillance sono associate ad aspetti individuali – psicologici e fisici – e socio-culturali, il cui ruolo pare variare nei diversi paesi. Nello specifico, variabili chiave risultano essere l’autostima e l’interiorizzazione degli standard di bellezza proposti dai media, soprattutto in riferimento alla vergogna corporea. Al fine di promuovere fattori di protezione che contrastino l’auto-oggettivazione, sembra dunque necessario identificare elementi comuni e specifici dei diversi contesti culturali.
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