Tra discredito ed esotismo. Le partigiane jugoslave nella pubblicistica nazionalista italiana dopo la Seconda guerra mondiale
DOI:
https://doi.org/10.6092/1827-9198/4092Parole chiave:
Partigiane, Discredito, Esotismo, Jugoslavia, TriesteAbstract
L'articolo si propone di descrivere la creazione, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, di un immaginario di discredito nei confronti delle partigiane dell'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo da parte degli ambienti di produzione culturale nazionalisti italiani, i quali le rappresentarono sempre in termini razzisti e sessisti, in quanto esponenti attive e dotate di capacità decisionale di un'istituzione che considerava la donna soggetto attivo della vita politica, culturale e sociale. Istituzione che, inoltre, aveva una caratterizzazione culturale e politica vista come nemica da una pubblicistica spesso già vicina al fascismo. A tutto ciò si aggiungeva una intellegibile componente di dialettica di attrazione sessuale/repulsione sociale di stampo esotistico. Tra le fonti bibliografiche si analizzeranno Primavera a Trieste (Quarantotti Gambini, 1985), una delle prime opere a grande diffusione sulla questione triestina, e Fasti e nefasti della quarantena titina a Trieste (Holzer,1946). Tra le fonti emerografiche si osserveranno articoli del settimanale del CLN istriano in esilio a Trieste Il Grido dell'Istria e del quotidiano della sezione triestina della DC La Voce Libera.Downloads
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Pubblicato
2016-12-26
Come citare
Mengo, F. M. (2016). Tra discredito ed esotismo. Le partigiane jugoslave nella pubblicistica nazionalista italiana dopo la Seconda guerra mondiale. La Camera Blu. Rivista Di Studi Di Genere, (15). https://doi.org/10.6092/1827-9198/4092
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