La rappresentazione della donna nei manifesti sovietici
DOI:
https://doi.org/10.6092/1827-9198/3898Parole chiave:
relazioni di genere, genere e diritti, femminilitàAbstract
L’articolo riassume le condizioni della donna soffermandosi sull’utilizzo dei manifesti da parte del regime bolscevico. La propaganda visuale offriva uno strumento a tutti accessibile per raggiungere larghi strati della popolazione. L'ideologia ufficiale del partito espressa in termini di propaganda visuale ha contribuito alla definizione di nuove identità sociali e alla creazione di nuovi modi di pensare e di agire nella società sovietica. Aveva una propria dinamica interna e funzionava come una forza indipendente in situazioni in cui il campo discorsivo stava subendo importanti cambiamenti, insieme al continuo mutare della società, delle persone. Il manifesto anticipava quali sviluppi avrebbe subito la società sovietica, forniva un modello per le persone, non si limitava a riflettere processi in corso o già avvenuti. I manifesti presi in esame riguarderanno la rappresentazione delle donne in tutte le loro varie occupazioni, operaie, contadine o semplicemente come donne felici nei momenti quotidiani della vita. Queste immagini prevedevano quale abbigliamento indossare, che tagli di capelli avere ecc, ed erano senza dubbio potenti e pervasive, ma destinate a conoscere un’inevitabile usura e indebolimento dopo la morte di Stalin, quando l’Unione Sovietica si riapre al confronto e agli scambi internazionali.Downloads
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Pubblicato
2016-03-31
Come citare
Orabona, M. (2016). La rappresentazione della donna nei manifesti sovietici. La Camera Blu. Rivista Di Studi Di Genere, (13). https://doi.org/10.6092/1827-9198/3898
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