Editoriale

Authors

  • Luigi Fusco Girard Dipartimento di Architettura, Università di Napoli Federico II

DOI:

https://doi.org/10.6092/2284-4732/7057

Abstract

Questo numero di BDC affronta, da un lato, una tematica particolare, rappresentata dal riuso funzionale del patrimonio culturale ecclesiale dismesso. Dall’altro approfondisce tale questione dal punto di vista del modello di Economia Circolare, e più precisamente del modello di città circolare, su cui la Rivista già da tempo si è impegnata.

Quanto sopra va visto in relazione alla proposta di un gruppo di Docenti appartenenti al Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica “Alberto Calza Bini”, approvata nell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, di un Corso di Perfezionamento sul “Riuso adattivo e Gestione integrata del Patrimonio culturale religioso dismesso”.

Si tratta di un Corso di Perfezionamento finalizzato alla formazione di una figura professionale specializzata nel campo del riuso adattivo del patrimonio culturale religioso dismesso, nel quadro dei processi di rigenerazione urbana e territoriale. Tale patrimonio, che costituisce la categoria più frequente dei siti UNESCO, rappresenta un segno che caratterizza fortemente il paesaggio urbano ed extraurbano (soprattutto italiano ed europeo); se abbandonato e/o lasciato degradare, si determina un danno su molteplici piani (costi di manutenzione e gestione molto elevati, minore capacità attrattiva alla localizzazione di attività e persone, rinuncia al soddisfacimento di bisogni sociali/relazionali, ecc.).

In realtà, in seguito ai processi di decremento ed invecchiamento demografico, di urbanizzazione crescente nelle aree urbane (soprattutto costiere) e con l’abbandono conseguente delle aree “interne”, nonché con il venir meno della pratica religiosa tradizionale, è sempre più avvertita la necessità di identificare nuovi usi (non liturgici o religiosi) per gli edifici una volta destinati al culto, che però siano congruenti con il “valore intrinseco” del patrimonio religioso.

Quanto sopra riguarda sia le istituzioni ecclesiastiche proprietarie, che i soggetti pubblici e gli attori privati e del civile/sociale, essendo coinvolto l’interesse generale della comunità locale nell’identificazione dei nuovi valori di uso. In questa prospettiva, occorre identificare i “valori di uso” più coerenti con l’originario valore intrinseco, reperire le necessarie risorse finanziarie evitando comunque usi impropri, e promuovere nel contempo micro-comunità “intorno” all’esperienza di riuso.

Pertanto, si sta configurando una crescente domanda di formazione professionale specialistica (che non riguarda soltanto l’Italia, ma anche l’Unione Europea), capace di un appropriato discernimento critico comunitario sia per leggere ed interpretare la realtà che per gestire il cambiamento, attraverso nuovi approcci progettuali e gestionali, nonché nuovi strumenti di valutazione allo scopo di migliorare i processi decisionali, di finanziamento e di governance.

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Luigi Fusco Girard, Dipartimento di Architettura, Università di Napoli Federico II

Dipartimento di Architettura, Università di Napoli Federico II

Published

2019-06-30

How to Cite

Fusco Girard, L. (2019). Editoriale. Bulletin of the Calza Bini Center, 19(1), 3–7. https://doi.org/10.6092/2284-4732/7057

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