Dalle NBS alla città morbida: un passaggio inevitabile
DOI:
https://doi.org/10.6093/2281-4574/8263Abstract
I cambiamenti climatici e i loro effetti chiedono di preoccuparsi in concreto di come le città debbano riorganizzarsi. Città molto diverse da ciò che si e imparato sui manuali per stili di vita, produzione. L’urbanistica deve rivedere i suoi fondamenti secondo le opzioni di emissioni ridotte, energie rinnovabili, economia circolare, zero consumo di suolo. Si dovrà assumere un modo totalmente diverso di mescolare gli addendi delle politiche per le città. Invece di una trattazione teorica completa bisogna cogliere i segnali dispersi nell’organizzazione della città tentando di consolidarli, per parti anche non sistematiche, in nuovi paradigmi che si definiscono e contemporaneamente si sperimentano. L’esperimento potrebbe costituire un “Manifesto Per La Città Morbida” in cui gli elementi della pianificazione vengono rivisitati alla luce dei nuovi valori e applicati alla città oggi reale. La tutela dell’ambiente va praticata attivamente con progetti in accompagnamento delle ragioni della natura e della morfologia dei luoghi. Le trasformazioni sono rispondenti strettamente ai bisogni e i progetti commisurati ad esse, comprensivi dei modi di manutenzione. I modelli ingegneristici di rete per la mobilità vengono rivisti come servizio di urbanità alle persone, attento alle utilità dell’utente. Le aree verdi cedute, mai attrezzate e abbandonate, divengono il sistema delle reti verdi e della mobilità dolce ricostruendo ove possibile la continuità ecologica, secondo un nuovo paesaggio che tiene insieme la morfologia originaria e le nuove trasformazioni necessarie. Gli attori delle trasformazioni urbane dovranno diventare amministratori della rendita esistente e della sua manutenzione organizzata e sistematica, inventori e percettori di rendita marginale aggiuntiva dalla migliore qualità insediativa, impegnandosi in quote di gestione e miglioramento dello spazio pubblico circostante.
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