Esperimenti artistici per interventi puntuali e azioni diffuse
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/6634Abstract
Nel 1986 Ignasi de Solà Morales, apriva la strada ad un nuovo sentimento progettuale per la città di Barcellona. Si trattava, per de Solà Morales, di abbassare lo sguardo per guardare la città non più dall’alto di una planimetria, ma dall’interno, attraverso il punto di vista del cittadino: strade, spazi pubblici e privati, ma anche le tracce che il vissuto lascia sul costruito e viceversa; macro e micro sistemi che connotano il tessuto urbano e disegnano i contorni del suo carattere unico. Qualche anno più tardi, nel 2008, il fratello Manuel introduce un nuovo concetto di intervento progettuale, parlando di “agopuntura urbana” nel suo libro “a matter of things”. Un visione alternativa di rigenerazione urbana si fa largo in campo progettuale, aprendo la strada a nuove pratiche che si articolano su un terreno multidisciplinare.
Il ridisegno delle dinamiche sociali non è più esclusiva pertinenza dell’urbanista ma entrano in gioco altre discipline come l’arte ed il design che riescono ad esprimere una sensibilità che parte dal basso; finito il tempo delle pianificazioni imposte dall’alto e pensate per una fruizione generalizzata, l’ambiente costruito fa spazio ad un dibattito più aperto, dove, prima di tutto si dà voce agli abitanti, alle loro aspettative, alle loro abitudini, al loro disagio. Dopo aver analizzato le ragioni e le potenzialità dello strumento artistico come opportunità progettuale, il percorso di analisi si conclude con un ipotesi progettuale applicabile ad una realtà di periferia.
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