Portofino, fra turismo d’élite, sostenibilità ambientale e spopolamento
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/2056Parole chiave:
tourism, depopulation, environmental protection, PortofinoAbstract
La celebrità di Portofino non deriva da una recente operazione di marketing territoriale, ma affonda le sue radici in solide motivazioni naturalistiche, paesistiche e storico-geografiche. Negli anni del boom economico la notorietà internazionale di Portofino come esclusivo centro turistico di lusso si è sviluppata e consolidata ponendosi come punta di diamante di tutta la Riviera ligure di levante. Parallelamente a questa occasione di sviluppo che sostituiva le attività tradizionali ormai non più remunerative si assiste ad un progressivo e costante abbandono del paese da parte dei residenti. Lo spopolamento del comune di Portofino è stato oggetto di numerose analisi e valutazioni, che per lo più danno giudizi negativi, vedere Portofino come simbolo della potenza dei “ricchi” che espellono gli abitanti tradizionali, appare però semplicistico e riduttivo rispetto alla complessità dei fenomeni socio-economici in gioco. Tale affermazione sembra dettata da motivazioni piuttosto sentimentalistiche legate ad un immagine pittoresca dei borghi italiani che l'iconografia storica ci ha tramandato. Nello scritto sono ricostruite le principali vicende legate alla speculazione edilizia degli anni Sessanta del Novecento e le problematiche legate al governo del territorio e alla tutela ambientale di un’area (quella del Tigullio) sottoposta a forti pressioni con il diffondersi del turismo di massa. Oggi a Portofino si assiste ad un fenomeno comune a tutti i paesi più interni dell’entroterra che sono “vivi” in determinati periodi dell'anno e che cadono in “letargo” nei mesi di bassa stagione, come accade in gran parte delle località turistiche vicine alle grandi zone urbane.
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