Corpi, Spazi, Voci, Silenzi
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/1839Parole chiave:
voci, architettura, musicaAbstract
Una buona architettura dovrebbe poter consentire non solo qualità funzionale, formale e tecnica agli spazi urbani, ma anche che la voce di una città possa essere percepita, ascoltata, goduta.
Ogni città ha la sua specifica identità sonora, o “ISO” (R.O.Benenzon), fatta di una tessitura complessa di rumori di fondo e di fluttuazione di figure sonore che emergono e scompaiono in un gioco di continue dissolvenze. Ad esempio, l’ISO della città di Napoli è caratterizzato da un bisogno diffuso di sentire il ritorno sonoro delle proprie e delle altrui voci, da un odio del silenzio. Le città possono ammalarsi: della malattia del rumore, nei quartieri sovraffollati, o della malattia del silenzio, nell’isolamento forzato delle periferie. La proposta di una musicoterapia urbana indica una inedita e innovativa via di ricerca interdisciplinare allargata, in cui far confluire architettura, musica, medicina, psicologia, scienze della comunicazione, al fine di lavorare al riequilibrio degli spazi e della vita di relazione della collettività urbana, attraverso la cura delle dimensioni del corpo e del suono.
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