Attivazione sociale, soggetti deboli e spazio pubblico: il caso del parco di Rione Traiano in Napoli
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/1601Parole chiave:
Attivazione sociale, community planning, spazi pubblici, soggetti vulnerabili, NapoliAbstract
La donna in ogni tipologia di insediamento umano, in ogni cultura ed in ogni epoca svolge un ruolo peculiare che la rende osservatore privilegiato ed attore multitasking della forma urbis e dei modelli organizzativi che la caratterizzano. Studiare i fenomeni urbani attraverso il filtro dell’interpretazione di genere ed incentivare una partecipazione propositiva delle donne nei processi di formazione del progetto urbanistico possono offrire un valore aggiunto in termini di fattibilità, efficacia e efficienza. In questa sede si è voluto inquadrare questo aspetto nella tematica degli spazi pubblici mediante la costruzione di caso studio imperniato sulle donne-madri e sul loro contributo interpretativo e propositivo in un processo di rigenerazione urbana partecipata. Il risultato atteso di tale percorso interattivo è duplice: da un lato si sviluppa una metodologia generalizzabile per l’interazione con le comunità e l’interpretazione in termini spaziali della domanda da essi espressa e dall’altro ci si confronta con specifiche realtà, con il coinvolgimento di attivisti ed associazioni nel definire e condividere possibili traiettorie di trasformazione degli spazi pubblici. Per perseguire tale obiettivo si è scelto di misurarsi con le specificità di un contesto complesso quale quello napoletano e con un quartiere CEP, il più grande in Italia, la cui realizzazione è stata avviata nel 1960: il Rione Traiano. In tale area si è avviato un dialogo, dapprima con associazioni no-profit operanti nell’area e poi con le donne della comunità, allo scopo di affrontare il rapporto tra soggetti vulnerabili e spazi pubblici e testare una metodologia d’interazione e di attivazione finalizzata a raccogliere, gerarchizzare e tradurre in proposte d’intervento le istanze espresse da tali soggetti. L’orizzonte disciplinare è integrazione tra strumenti consolidati di community planning e la spazializzazione dei risultati mediante strategie d’intervento tipiche dell’urban design.
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