LA CASA DI EVA. Progetti al femminile per la città
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/1586Parole chiave:
Architecture, Women, EveAbstract
La Casa di Eva, associazione costituita a Roma nel 1999 per iniziativa di un gruppo di architette e studiose, progettiste, storiche dell’architettura, docenti, fotografe, vuole rendere esplicito che sia l’indagine storica sia l’interesse nella progettazione di case, servizi, spazi pubblici e città dovrebbero essere una preoccupazione di tutte.
Le sue ricerche sono pubblicate sulla rivista «Controspazio» diretta da Marcello Fabbri. Sul n. 2/1996 esce La casa di Eva in paradiso, la versione al femminile di un celebre titolo di Joseph Rykwert La casa di Adamo in Paradiso (1972), uno sguardo approfondito sull’architettura vista attraverso l’ottica dell’universo femminile, ricercando il legame tra donna e architettura, nella teoria, nella storia e nel progetto. Le ricerche spaziano dalla storia della casa ai progetti delle giovani architette europee, dalla casa e l’abitare nel mondo greco antico, alle politiche abitative in Italia dal dopoguerra ad oggi.
Sul n. 2/2001 esce Lo scarto, una chiave di lettura delle differenze inteso nella molteplicità dei suoi significati. I saggi riguardano la scoperta delle donne architette scartate dalla storia, degli spazi, dei vuoti contrapposti al costruito, scartati nell’architettura e nell’urbanistica, e le proposte dell’Universal Design per non scartare i bisogni di ognuno verso la casa nella città contemporanea. Percorre tutta la ricerca l’attenzione al lavoro di cura, come mondo di competenza e di saperi ereditati dalle donne, strumenti rivoluzionari per incidere sul governo e sul progetto del territorio urbano. Molti gruppi diffusi in tutta Italia si stanno muovendo in questa direzione.
La Casa di Eva è abitata da Tamara Alderighi, Maristella Casciato, Luisa Castelli, Assunta D’Innocenzo, Laura Gallucci, Annalisa Marinelli, Silvia Massotti, Claudia Mattogno, e tante altre collaboratrici.
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