Australia: Perth, città dall'altro mondo
DOI:
https://doi.org/10.6092/2281-4574/1255Parole chiave:
Perth, Australia, pianificazione innovativaAbstract
Nel luglio 2011 si è svolto, a Perth (Western Australia), il terzo congresso mondiale delle scuole di Planning: World Planning School Congress 2011; il WPSC 2011 è la terza edizione di un confronto internazionale tra docenti e ricercatori delle scuole universitarie di planning che si riuniscono nelle molteplici sigle di cluster regionali continentali o emi-continentali[1]. I due precedenti congressi mondiali si erano svolti a Shanghai nel 2001 e a Città del Messico nel 2006, quindi, è la prima volta che il congresso abbandona le metropoli per essere ospitato in una città di medie dimensioni come Perth, nota anche per essere, insieme a Honolulu una delle città più remote del pianeta. Le ragioni di questa scelta sono dovute oltre che a questioni di disponibilità organizzative, da parte della University of Western Australia, all’intenzione di esaltare, consapevolmente, una città, Perth, e un paese/continente, l’Australia che appare, ed è, nella nostra visione europea e nord-occidentale, dall’altra parte del mondo. La città che ha ospitato il congresso, il cui tema chiave era Planning Future’s – Futures Planning. Planning in an Era of Global (Un)Certainty and Transformation, è risultata opportunità utile per osservare e comprendere alcune delle dinamiche attinenti le trasformazioni urbane e territoriali in atto nel nostro pianeta. In tal senso l’Australia si è mostrata, in occasione del WPSC 2011, agli occhi degli urbanisti che l’hanno visitata, come un nuovo “scenario” di riferimento, sia per la ricerca sui temi della pianificazione urbana e territoriale, sia per la sperimentazione progettuale. In questa era di (in)certezze e trasformazioni, satura di conflitti e di tendenze alla globalizzazione anche formale, c’è un frammento di mondo che si offre per nuove forme esplorative della nostra disciplina, una parte di terra ancora non del tutto battuta, che si concede come occasione naturale ed opportunità per sperimentare e riflettere sulla pianificazione urbana. Come viaggiatori che percorrono il mondo, lo descriveva mirabilmente Italo Calvino nelle sue opere, abbiamo voglia di conoscere, di raccontare, di relazionare e di relazionarci alle città, ai paesaggi, di esplorare lo scibile, una pratica questa che si trova spesso all’interno delle nostre sensibilità comuni per trovare infine un progetto di territorio. In genere siamo (gli urbanisti e gli architetti o ingegneri che in varie forme esercitano, o hanno esercitato, l’urbanistica) degli esploratori, con il desiderio di conoscere, di comprendere e di analizzare, ricercare ed infine di realizzare una sintesi progettuale che propone la combinazione della nostra visione, personale e competente, del territorio, del paesaggio, della città, dello spazio urbano, attraverso programmi, progetti, intenzionalità, per affrontare la complessità e il rinnovamento di una parte di spazio e/o di comunità.
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