Natura, volontà e fazione nella Lombardia tardomedievale
DOI:
https://doi.org/10.6092/1593-2214/6729Parole chiave:
Medioevo, Secoli XIV-XVI, Lombardia, Natura, Fazioni, Politica, IdentitàAbstract
Tra gli effetti collaterali meno noti della ricezione dei testi politici aristotelici nell’Italia del tardo Medioevo c’è lo sviluppo – a partire dal Trecento – dell’idea di appartenenza naturale a una fazione politica, connesso all’emergere nella dottrina giuridico-politica di posizioni non del tutto contrarie alla liceità della divisione in partiti a fini di governo. I riferimenti alla naturalità dell’appartenenza fazionaria, mai del tutto svincolata dalla volontà individuale, si riscontrano numerosi nella Lombardia viscontea e sforzesca. Attraverso una serie di esempi desunti da cronache, trattati teorici e testi della politica pragmatica, il saggio traccia una parabola di questa concezione, destinata a esaurirsi con il Cinquecento e l’inclusione dello stato regionale in strutture più ampie.
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