La differenziazione dei poteri regionali nella prospettiva del progetto di legge Calderoli: alcuni spunti di riflessione
DOI:
https://doi.org/10.6093/2421-0528/10215Parole chiave:
Costituzione, autonomia differenziata, processi decisionali, livelli essenziali prestazioni, Città metropolitaneAbstract
Il presente contributo cercherà di analizzare uno degli aspetti più innovativi, e, al contempo, più controversi della riforma del Titolo V della Costituzione, qual è il c.d. regionalismo differenziato, di cui all’art. 116, c. 3, e che il disegno di legge Calderoli (ora Atto Senato n. 615), in cui si indicano le procedure con cui dovrebbe attuarsi l’autonomia differenziata, ne ha riacceso, dopo l’irrimediabile rallentamento dovuto all’emergenza pandemica, il dibattito scientifico. Non mancando, tuttavia, di constatare come il dibattito sull’ autonomia differenziata, oltre a incentrarsi sul complesso rapporto tra competenze legislative delle Stato e delle Regioni, non possa non tener conto, nell’ambito di un ragionamento più articolato, anche della centralità strategica degli enti locali minori, e, in particolare, delle Città metropolitane, quest’ultime ancora alla ricerca di un loro definitivo ruolo politico-amministrativo