Freedom of Expression and Sexist Hate Speech: Where is the Boundary?
DOI:
https://doi.org/10.6092/1827-9198/7715Parole chiave:
Linguaggio sessista dell’odio, libertà d’espressione, uguaglianza di genere, misure legali, social mediaAbstract
L’articolo analizza il linguaggio dell’odio, della violenza e della discriminazione sessista, sia online che offline, caratterizzando il fenomeno sotto diversi punti di vista, esaminando una serie di definizioni focalizzate su diversi aspetti. In particolare, i diversi fattori che causano e determinano il sexist hate speech sono riportati con un quadro d’insieme delle diverse forme che quest’ultimo può assumere: da quello più esplicito (blatant) a quello più nascosto e difficile da identificare (covert, subtle). Viene fornita, inoltre, un’analisi dei confini tra ciò che rientra nell’ambito della libertà d’espressione e ciò che può essere considerato linguaggio dell’odio, passando in rassegna gli articoli più rilevanti della Convenzione dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (CEDU). Un altro aspetto cruciale, trattato nel presente articolo, riguarda le principali categorie di donne identificate come target specifico del linguaggio dell’odio e della violenza: femministe e donne che difendono i diritti umani. In più, si presenta una visione comparativa delle iniziative e delle misure legali più rilevanti, adottate negli ultimi anni dal Regno Unito e da alcuni Stati Membri dell’Unione Europea, per combattere il linguaggio dell’odio sessista. Infine, le conseguenze del fenomeno sono descritte in termini psicologici, fisici ed emotivi, con un focus particolare sull’impatto nella vita professionale e personale delle donne.
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