Mimi estatici. L’etica dei corpi in Judith Butler: dalla performatività del genere alla politica performativa dei corpi alleati.
DOI:
https://doi.org/10.6092/1827-9198/6738Parole chiave:
femminismo, performatività corporea, sé ek-statico, riconoscimento post-hegeliano, vulnerabilitàAbstract
L'intervento s’incentra sulla corporeità nella riflessione di Judith Butler. Si osserva come tale nucleo tematico possa profilarsi, intersecato con la matrice idealistica hegeliana, divenga il motore propulsivo di un’etica che si dirami dai corpi, trasversale e militante. Dallo svisceramento dei nuclei problematici sul genere - su un corpo attraversata dalla differenziazione sessuale -, si giungerà a estendere il campo d’analisi al versante delle minoranze politiche. Questo slittamento graduale da un pensiero propriamente femminista a una riflessione politica con uno spettro d’incidenza più ampio, comporta una rilettura in chiave post-hegeliana della scena del riconoscimento: quest’ultimo diviene peculiarmente ek-statico, il contrassegno di un processo per cui l’io, immesso naturalmente nel consorzio sociale, è continuamente spossessato da se stesso: la struttura ek-statica risulta infine un modello pervasivo, endemico persino rispetto alla dimensione corporea. I corpi emergono, ne L’alleanza dei corpi, come enti segnati da una vulnerabilità costitutiva e quest’ultima, per chi scrive, non è altro che il dato ek-statico del sé traslato alla dimensione corporea dell’esistenza.
Downloads
##submission.downloads##
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza

Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 4.0 Unported.