Sindaca o sindaco? Rappresentazioni di Virginia Raggi e Chiara Appendino sulla stampa italiana
DOI:
https://doi.org/10.6092/1827-9198/6667Parole chiave:
Sessismo linguistico, comunicazione politica, , linguaggio e rappresentazioni sociali, agentivitàAbstract
La ricerca è inquadrata nella tradizione delle rappresentazioni sociali, che assume l’uso strategico del linguaggio per mascherare i rapporti di potere. Abbiamo esplorato il linguaggio rilevando la presenza di specifici dispositivi linguistici nelle rappresentazioni delle due sindache pentastellate Chiara Appendino e Virginia Raggi nella stampa quotidiana italiana. L'attenzione è sull’agentività attribuita, citando le loro parole; sul linguaggio sessista o non sessista; sulla valenza (negativa, sarcastica, neutrale, positiva) del contesto d'uso di questo linguaggio e sulla sua caratterizzazione lessicografica rispetto alle due forme sessiste/non sessiste. Sono stati analizzati 810 titoli pubblicati da 10 quotidiani nei quattro mesi successivi l’elezione delle due sindache. Le elaborazioni sono state condotte con Spss e SPAD-T. In quest’ultimo caso si sono utilizzate due procedure: 1) Mots per l’esplorazione del vocabolario generale dei titoli, del discorso diretto, come segnale di agentività attribuita, dei marcatori di sessismo/non sessismo linguistico; 2) VOSPEC per l’analisi delle parole tipiche riferite alla valenza del contesto d’uso delle forme sessiste/non sessiste. I risultati mostrano la prevalenza di marcatori linguistici non sessisti e del contesto negativo e sarcastico, rispetto a quello positivo, maggiore per le forme non sessiste rispetto a quelle sessiste. In quest’ultimo caso i quotidiani utilizzano l'appropriata declinazione di genere in un’apparente “bonifica” del linguaggio che, tuttavia, supporta la routinizzazione del dominio maschile attraverso un contesto negativo, derisorio o sarcastico.
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