JOHN HEJDUK. NUOVI PROGRAMMI PER L’EDIFICIO PUBBLICO
DOI:
https://doi.org/10.6092/2284-4732/4954Abstract
La crisi globale del nostro modello di sviluppo coinvolge direttamente l’architettura, se è vero che per Gadamer il suo ruolo “reggente e fondante” riguarda la capacità di rappresentare nelle istituzioni un orizzonte di coscienza comune in cui una comunità possa auto-rappresentarsi e riconoscersi. Per Bauman (2000) si tratta di un salto epistemico epocale nel quale vengono liquefatti tutti i presupposti sociali sui quali l’individuo fondava la sua natura di uomo pubblico (Sennett, 1982), la sua capacità e volontà di partecipare e di comunicare. Su tali presupposti, il mio lavoro intende indagare una delle strade che l’architettura di John Hejduk suggerisce per rigenerare l’individuo e ripensare i propri presupposti monumentali e rappresentativi nell’epoca della modernità liquida. La risposta di Hejduk mira direttamente al cuore dell’architettura, riguarda cioè la ricerca di una ragione in comune tra architettura e utente, che passi attraverso la dimensione simbolica e archetipica.
Parole chiave: John Hejduk, città, edificio pubblico